Nuovi contaminanti per le acque potabili

La nuova direttiva europea sulle acque destinate al consumo umano

La presenza di particolari attività industriali motiva la ricerca di specifici contaminanti in determinati territori e l’utilizzo di reagenti chimici in ambito acquedottistico può causare il rilascio nell’acqua di sottoprodotti indesiderati, che vanno monitorati e contenuti entro i limiti di legge.

Le motivazioni che portano alla valutazione di nuovi parametri nel giudizio di qualità di un’acqua potabile sono quindi molteplici.
Nel febbraio 2018 è stata presentata la bozza avanzata della nuova direttiva europea, che apporta sostanziali modifiche alla direttiva 98/83/CE attualmente in vigore.

Entro un anno gli stati membri dovranno fare le loro osservazioni per consentire la stesura del documento finale.

Tra i cambiamenti più importanti previsti ….

dalla nascente direttiva c’è l’introduzione di nuovi parametri riguardanti inquinanti emergenti presenti nelle acque: cloriti e clorati, PFAS, interferenti endocrini (BPA-bisfenolo A, nonilfenolo, beta-estradiolo), acidi aloacetici, microcistine, uranio e legionella.

Il clorito ed il clorato sono sottoprodotti tossici derivanti dalla disinfezione con biossido di cloro, si tratta quindi di sostanze sempre presenti quando viene usato questo reagente per il trattamento di ossidazione/disinfezione dell’acqua del rubinetto.

PFAS sono sostanze perfluoroalchiliche ampiamente utilizzate a livello industriale per la produzione di numerosi prodotti, tra i quali i tessuti in Gore Tex e la teflonatura delle pentole antiaderenti. A causa della loro elevata persistenza ambientale si possono trovare anche in zone remote rispetto ai siti di lavorazione, come nel caso del Veneto, dove la presenza di queste sostanze è diffusa nelle acque sotterranee.

Gli interferenti endocrini rappresentano una famiglia estremamente vasta di sostanze, assai diffuse nelle acque seppur in concentrazioni modestissime, che possono avere effetti negativi sulla salute umana a causa della loro capacità di interagire con il sistema endocrino, alterando le normali funzioni ormonali. Le conseguenze possono causare tumori, difetti (teratogeni) alla nascita, alterate capacità riproduttive e altri disturbi dello sviluppo in relazione all’apparato bersagliato dai singoli interferenti. Recentemente (2015) The Endocrine Society ha pubblicato una dichiarazione sugli interferenti endocrini citando specificamente l’obesità, il diabete, la riproduzione femminile e maschile, tumori ormono-sensibili nelle donne, il cancro alla prostata nei maschi, patologie tiroidee e dello sviluppo neurologico e neuroendocrino come bersagli biologici dell’essere esposti agli interferenti endocrini.

Gli acidi aloacetici sono sottoprodotti della disinfezione che si generano dall’interazione del sodio ipoclorito con la materia organica naturalmente presente nell’acqua (ad esempio alghe), si tratta di sostanze molto diffuse nell’acqua potabile visto l’ampio utilizzo di questo reagente in ambito acquedottistici.

Le alghe, che si trovano comunemente nelle acque superficiali, possono svilupparsi esponenzialmente in condizioni ambientali favorevoli (temperatura, pH, presenza di nutrimenti) e produrre microcistine, che tra le cianotossine sono le più diffuse e in grado di causare disturbi gastrointestinali.

L’uranio è un elemento radioattivo, il cui pericolo nei confronti della salute umana non è dovuto alla radioattività emessa, troppo modesta nelle concentrazioni con cui l’elemento può trovarsi nell’acqua, bensì alla sua tossicità.

Alla specie microbica legionella appartiene una vasta famiglia di batteri, tra i quali il più pericoloso è il ceppo pneumophila. Normalmente presente negli ambienti acquatici, il batterio può essere veicolato attraverso le condotte cittadine degli impianti idrici, negli edifici, nei serbatoi, nelle fontane e nelle piscine, tutti ambienti che possono favorire la proliferazione del microrganismo, soprattutto in condizioni caldo-umide, creando un potenziale rischio per la salute umana a causa delle complicazioni a livello respiratorio che può generare per inalazione.

In Europa l’incidenza è stimata in 11,4 casi ogni milione di abitanti, ovvero 6000 casi/anno, con un tasso di mortalità del 10% (Utilitalia, 2017). La nuova direttiva ne prevede il controllo per il contenimento del rischio nei sistemi di distribuzione domestici.

I nuovi inquinanti nelle acque

Tabella gli inquinanti emergenti nelle acque previsti dalla nuova direttiva europea

ParametroLimite 
dalla futura normativa
OrigineEffetti sulla saluteTrattamenti 
Clorito0,25 mg/Lantropica– anemia 
– disordini sistema nervoso
– carbone attivo
– riduzione con sali ferro e filtrazione
 
Clorato0,25 mg/Lantropica. effetti ematologici
. disturbi tiroide
prevenirne la formazione in ambito acquedottistico 
PFAS

0,10 μg/Lantropica– bioaccumulo e tossicità diffusa
– interferenti endocrini
– carbone attivo
– osmosi inversa
 
PFAS totali0,50 μg/Lantropica– bioaccumulo e tossicità diffusa
– interferenti endocrini
– carbone attivo
– osmosi inversa
 
Beta-estradiolo0,001 μg/Lantropicainterferente endocrino– carbone attivo 
– osmosi inversa
 
Bisfenolo A0,01 μg/Lantropicainterferente endocrino– carbone attivo 
– osmosi inversa
 
Nonilfenolo0,3 μg/Lantropicainterferente endocrino– carbone attivo 
– osmosi inversa
 
Acidi aloacetici80 μg/Lantropicapotenziali cancerogenicarbone attivo 
Microcistine1 μg/Lnaturaledisturbi gastrointestinali– ossidazione
– carbone attivo
 
Uranio30 μg/Lnaturale– disturbi renali
– potenziale cancerogeno
. scambio anionico
– osmosi inversa
– allumina attivata
 
Legionella< 1000/Lnaturaledisturbi apparato respiratorio– trattamenti termici (> 50°C)
– microfiltrazione (0,2μm)
– irraggiamento UV
– clorazione shock
– ionizzazione Cu/Ag
 

La tabella mostra come gli inquinanti emergenti previsti dalla nuova direttiva, indipendentemente che abbiano un’origine naturale o di sintesi, possono avere effetti negativi sulla salute umana. 
Fortunatamente, per ognuna di queste sostanze, esiste una tecnologia efficace.

Il rispetto delle nuove disposizioni di legge richiederà un rinnovato coinvolgimento dei gestori del servizio idrico, dei laboratori d’analisi e delle aziende produttrici di impianti per il trattamento dell’acqua, queste ultime con un ruolo determinante nella fornitura di soluzioni impiantistiche adeguate.

Esistono quindi diversi tipi di contaminanti, alcuni dei quali ancora non regolamentati per legge, per i quali può essere opportuno, in alcuni casi, già intervenire.

L’acqua del rubinetto è controllata e sicura per i parametri previsti dalla Legge e può essere ulteriormente migliorata con idonei sistemi di trattamento al punto d’uso, per eliminare retrogusti sgradevoli e quelle impurità che si possono trovare, ad esempio, nell’ultimo tratto del sistema di distribuzione o per i quali la Legge ancora non fornisce chiare indicazioni. E’ come dotarsi di un’assicurazione ulteriore sulla qualità dell’acqua che usiamo in casa